Incongruenze nei primi libri, di Jeremy Donovan (Traduzione da Lorien Grant Perry)

Su Castaneda e i suoi primi lavori. Alcune di queste cose saranno ovvie a molti.

Nel suo primo libro, Castaneda afferm?che durante il primo anno di frequentazione con don Juan erano semplicemente amici che si vedevano occasionalmente, e spieg?che don Juan non spart?la sua "conoscenza" con lui n?cominci?ad insegnargli finch?non "trova il suo posto".

"Avevo frequentato don Juan per un anno intero prima che mi accordasse la sua fiducia."

Nel primo libro afferm?che la sua prima vera sessione con don Juan avvenne nel giugno 1961.

Naturalmente ho gi?spiegato in dettaglio che, secondo Margaret, l’anno precedente Castaneda aveva scritto un saggio per Meighan, che conteneva molte delle STESSE informazioni sulla Datura che poi apparvero nel suo primo libro come sessioni sulla Datura apparentemente avvenute in seguito, 1961-1963.

Dice che trov?il suo "posto" a fine giugno 1961 e dice: "quella fu l’occasione in cui cominciarono gli insegnamenti."

Ma in Viaggio a Ixtlan cambia drammaticamente questa affermazione, dicendo che don Juan cominci?ad insegnargli fin dal momento in cui si incontrarono, nel 1960. Infatti, nella sua nuova descrizione, don Juan agisce apertamente come mentore verso di lui fin dall’inizio. Tanto che Castaneda afferma che la seconda volta che and?a casa sua, a un certo punto don Juan gli ordin?perfino di "cambiare!"

?ovvio che gi?fin dall’inizio Castaneda cambia la sua storia ad ogni pi?sospinto. E l’implicazione ?che semplicemente non si pu?credere a una singola parola che dice.

Dove prima Castaneda per un anno aveva agito come se don Juan fosse stato solo un amico che vedeva occasionalmente, finch?non "trov? il suo posto," ora, 12 anni dopo, in Viaggio a Ixtlan, rivela che PRIMA di quest’evento don Juan gli aveva apparentemente insegnato MOLTE, MOLTE cose di importanza cruciale, inclusi: segni e conferme, lo spirito, cancellare la storia personale (incluso l’ordine di abbandonare su due piedi tutti i suoi amici), perdere l’importanza personale, il giusto modo di camminare, non prendersi troppo sul serio, parlare alle piante (insistendo anche che Castaneda lo faccia), assumersi la responsabilit?delle proprie azioni e decisioni, trattare il mondo come un mistero infinito, usare la morte come consigliera, vedere realmente la propria morte alla propria sinistra, agire senza rimpianti o rimorsi, fare un gesto con un’altra persona, "spiriti", l’idea di "potere", ed ecco la parte migliore:

Soltanto un mese dopo il primo incontro a casa di don Juan, Castaneda afferma che don Juan comp?l’impresa straordinaria di vedere nel passato di Castaneda, raccontandogli tutti i dettagli della sua caccia al falco albino. Per me ?inconcepibile che Castaneda possa aver lasciato completamente fuori dai suoi primi due libri un tale drammatico evento. In realt?lui incluse in Una Realt?Separata un altro evento simile (la promessa a Joaquim, il bimbo che lui fer?, ma QUEL vedere successe apparentemente SETTE anni dopo, nel 1968.

In relazione allo stesso episodio, Castaneda afferma anche di aver avuto l’esperienza di essere stato bloccato dallo "sguardo" di don Juan senza assolutamente riuscire a spezzarlo. Anche questo fatto avrebbe dovuto essere abbastanza bizzarro, a dir poco. Cos?apparentemente ci furono DUE cose davvero notevoli associate a questo fatto, successo un mese dopo essere andato per la prima volta a casa di questo tizio don Juan, eppure Castaneda non le menziona neppure nei suoi primi due libri. Ci?sembra terribilmente improbabile.

C’è un’altra scena incredibile in Ixtlan, la scena in cui Castaneda, senza essere drogato o cosa, vede quella scena totalmente fantasmagorica durante la furiosa battaglia nella nebbia, incluso un magico ponte che il "potere" cerca di fargli attraversare, e al mattino l’intera scena ?sparita, e il paesaggio circostante ?totalmente diverso da quello che si era immaginato. Questa ?un’altra scena molto drammatica e strabiliante che, per qualche strana ragione, ha lasciato completamente fuori dai primi due libri.

Posso capire Castaneda che lascia fuori dai primi due libri "argomenti puramente filosofici", ma non esperienze totalmente magiche. Perch?non includerle? Perch?includere cose come don Juan che fa discorsi a un gruppo di ubriachi, Genaro che lo porta attraverso i dieci boom del mondo, e storie di diableros che vanno nella terra dei morti, e poi NON raccontare "esperienze magiche" dirette? ?dura da credere.

In Ixtlan, invece di essere un anno in cui don Juan non gli ha ancora insegnato nulla di significativo, dopo appena pochi mesi don Juan gli sta perfino parlando del vedere:

"Vuoi sapere cosa ti ho fatto il primo giorno che ci siamo incontrati? Ti ho visto, e ho visto che pensavi di stare mentendo."

In effetti in tutto il materiale di Ixtlan (che si riferisce apparentemente all’inizio degli anni ?0), "don Juan" si riferisce al vedere, ma il vedere di per s?non ?menzionato nel primo libro (che copre lo stesso periodo di tempo), e in Una Realt?Separata Castaneda agisce come se non possedesse alcun genere di spiegazione dettagliata del vedere fino al 1968, quando riprende il suo apprendistato dopo un’interruzione di tre anni. Questo ?bizzarro, perch?in parecchi punti nel materiale di Ixtlan (ancora, apparentemente successo SETTE anni prima), Castaneda fa usare a don Juan il termine vedere come se Castaneda gi?conoscesse il suo significato. Nel materiale di Ixtlan Castaneda non fa neanche domande a "don Juan" sul vedere, confermando che apparentemente sa cosa significhi. Eppure in Una Realt?Separata (SETTE anni DOPO), ogni volta che "don Juan" menziona il termine, Castaneda sembra curioso di sapere di cosa diavolo stia parlando "don Juan".

Molto sospetto, a dir poco.

Dapprima Castaneda afferm?che don Juan gli aveva insegnato dal 1961 al 1965, sporadicamente, durante le vacanze scolastiche e i weekend. Poi smise per tre anni. Quindi Castaneda dice che don Juan gli insegn?ancora dal 1968 al 1973. Se aggiungiamo anche il primo anno di cui parla in seguito Castaneda, allora si arriva a un MASSIMO di dieci anni durante i quali ha ricevuto gli insegnamenti di "don Juan".

Vorrei sottolineare che durante tutti quegli anni Castaneda svolgeva il suo lavoro all’universit? principalmente come studente, e a volte anche come insegnante. Durante la prima met?di quegli anni lottava contro la povert?facendo lavori part-time. Durante la seconda met?di quegli anni, pubblic?TRE libri e deve aver lavorato sul quarto (L?i>Isola del Tonal, pubblicato nel 1974), e doveva anche interagire frequentemente con agenti, editori, professori, il suo comitato di laurea ecc. In quegli anni fece anche ogni genere di apparizioni in qualit?di noto scrittore/conferenziere. Apparentemente, durante tutto questo tempo se ne stava anche a sedurre donne, come era evidentemente suo costume.

Ci?che voglio dire ??in un periodo di DIECI anni al massimo, prima come studente (con budget e impegni da studente), principalmente durante i weekend e le vacanze (facendo lunghi viaggi in Messico ogni volta? ? Non penso?, poi in seguito come autore indaffarato, studente, insegnante, conferenziere, celebrit? ecc. ?DOVE oh DOVE, ha trovato cos?tanto tempo da PASSARE con "don Juan" e il suo "lignaggio" o PRATICARE effettivamente gli insegnamenti?? Castaneda continua a inzeppare i suoi ultimi libri con ogni genere di insegnamenti extra, provenienti apparentemente da sessioni con "don Juan" mai completamente documentate, mai datate, dichiarate come successe parte nella consapevolezza normale e parte nella "consapevolezza acuta". Ma quando leggi i resoconti della sua vita reale di allora, sono aneddoti su aneddoti di interazioni con persone in un contesto o nell’altro, e continuano a spuntare ragazze di qua e di l? Cos? ci?che ho cominciato a chiedermi ??QUANDO in realt?avrebbe potuto fare tutta quella roba con "don Juan"? Non solo questo ma ?QUANDO potrebbe aver fatto tutta la SUA Tensegrit? la SUA ricapitolazione, tutto quel jazz da guerrieri??

Quando lo incalzavano, Castaneda affermava che nei suoi libri aveva solo riportato la roba eccitante, lasciando fuori le ripetizioni noiose, e una certa quantit?di semplice vecchia roba di tutti i giorni che succedeva intorno a "don Juan". Ma ?ancora ?QUANDO avrebbe avuto luogo tutto ci?? Quando ci fu tutto quel tempo nella sua vita da aver interagito in modo significativo con "don Juan" ?abbastanza da riempire libro dopo libro solo con le parti migliori, lasciando fuori le cose pi?ordinarie?? Voi ragazzi vi ricordate quanto tempo ci volle a loro per insegnarci tutta quella Tensegrit? insegnandocela OGNI domenica per pi?di un anno e mezzo?? Cos??quando mai Castaneda ha avuto tempo di fare qualcosa di simile, hmmmm?

?molto pi?probabile che invent?moltissima della roba di "don Juan", forse avendo brevi contatti con veri sciamani, e facendo un sacco di viaggi in biblioteca alla ricerca di idee "supplementari", studiando arti marziali a LA dopo essere diventato famoso (ricordo un vecchissimo articolo che affermava che Castaneda praticava karate). Penso ancora che sarebbe fantastico poter avere in qualche modo la lista di ogni libro che Castaneda e le streghe hanno consultato nella biblioteca dell’UCLA. Tale lista renderebbe considerevolmente pi?facile rintracciare gli insegnamenti di "don Juan".

J

***

In Una Realt?Separata, "don Juan" descrive per la prima volta l’uovo luminoso di un uomo. Ma la descrizione in realt?? piuttosto diversa dalla versione del "bozzolo con un guscio duro" che Castaneda diede in seguito a noi studenti. Questo ?il primo racconto:

Fibre di Luce. Fibre, come bianche ragnatele. Fili sottilissimi che circolano dalla testa all’ombelico. Cos?un uomo sembra un uovo di fibre che si muovono in circolo. E le braccia e le gambe sono come setole luminose, che si irradiano in tutte le direzioni?/p>

?il modo in cui appaiono tutti?

Tutti.

Inoltre, ogni uomo ?in contatto con ogni altra cosa, anche se non attraverso le mani, ma tramite un fascio di fibre che gli escono dal centro dell’addome. Queste fibre uniscono l’uomo a ci?che lo circonda?quot;

(URS, 33)

Ora confrontiamo questo racconto con il suo episodio di "vedere" circa 12 anni dopo, ne Il Dono dell’Aquila:

(Prima descrive di aver visto le donne come "un’amorfa bolla di luce" con "tacche" o "depressioni" in alcuni punti, e poi veniamo a sapere che lui ha dato un calcio alle "tacche", e fra tutti i posti, proprio alle loro cosce?? Ma quel racconto glielo abbuoneremo?

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E notate, ho sempre descritto come Castaneda parla continuamente di uova luminose sempre al plurale, come se ne stesse vedendo un GRUPPO (una cosa che in seguito afferm?fosse impossibile). Ritorniamo al racconto?/p>

"le bolle di luce bianca diventarono oblunghe uova luminose?" "Un’altra cosa che mi affascinava ?che non riuscivo a scorgere le gambe?quot;, "La loro luminosit?sobbalzava su e gi? quasi impercettibilmente?" "Molte di quelle uova luminose avevano delle macchie nere, enormi macchie sotto la parte mediana."

("La Gorda" vede nella zona dei genitali delle donne dei filamenti che si rivolgono verso l’interno, che lei chiama "radici".)

Cos?i due vedono "radici" e "macchie nere," ma ?NESSUNO dei due vede lunghe fibre uscire dalla regione addominale. NESSUNO dei due vede "fili sottili di fibre che si muovono in circolo." NESSUNO dei due vede "setole al posto di braccia e gambe," di fatto Castaneda nota anche la completa mancanza di gambe, e parla continuamente delle forme come se fossero lisce uova risplendenti. Non notano neanche nulla che possa essere lontanamente interpretato come un "punto d’assemblaggio", come del resto neanche i primi racconti di "don Juan" facevano. NESSUNO dei racconti iniziali di don Juan sulle uova luminose menziona un PA, e questo mi sembra ?molto strano, data la sua vitale importanza, come dichiarato in seguito.

Quindi passiamo a Il Fuoco dal Profondo, pubblicato almeno 4 anni dopo il suo episodio del "vedere" raccontato ne Il Dono dell’Aquila:

Qui Castaneda afferma semplicemente che abbiamo "bozzoli", con "gusci" duri. E don Juan descrive il punto di assemblaggio come un aspetto del bozzolo. Dice che quando il PA si muove in seguito ad una spinta dentro all’uovo, crea una "tacca" nel nostro "guscio". (Cos?cosa diavolo avrebbe creato se noi l’avessimo fatto abbassare fino alle dita dei piedi, poi alzare fino all’ombelico, come Castaneda disse che avremmo fatto? Questo avrebbe dovuto creare altro che "tacca". J )

Questo ?il racconto seguente di Castaneda sul vedere:

"Quel pomeriggio vidi dieci esseri luminosi al rallentatore?C’era una banda verticale pi?luminosa, color ambra, sul lato destro di quelle creature luminose a forma di uovo, grande circa un decimo del volume totale del bozzolo ?la banda della consapevolezza umana ?un punto con un intenso splendore ?in alto sulle forme oblunghe, quasi sulla cresta, sulla superficie del bozzolo. ?Quando vidi le creature luminose di profilo ?la loro forma a uovo era come ?una pentola quasi rotonda con il coperchio, appoggiata su un fianco. La parte che sembrava un coperchio era la lastra frontale; era spessa circa un quinto dello spessore totale del bozzolo."

In seguito don Juan spiega a Castaneda:

"Ho parlato molte volte di una fessura che l’uomo ha sotto l’ombelico ?nel bozzolo, all’altezza dell’ombelico. La fessura ?pi?come una tacca, un difetto naturale nel bozzolo che altrimenti ? liscio."

Cos?qui abbiamo ancora una diversa descrizione. Un punto brillante su una banda verticale di luminosit?ambra, invece di brillanti uova con opache macchie nere. Una spessa lastra frontale con una piccola tacca sotto l’addome, invece di bianche ragnatele che si muovono in circolo, con fibre luminose che si espandono in fuori, collegando l’uomo con ci?che lo circonda.

In URS, don Juan descrive chiaramente questo fenomeno addominale parecchie volte:

?quot;un gruppo di lunghe fibre che escono fuori dall’area intorno all’ombelico?quot; E don Juan disse che quelle fibre sono della "massima importanza nella vita di un uomo."

Ne L’Isola del Tonal, Castaneda usa quelle "fibre" per saltare in fondo a un canyon.

Ma nei libri degli anni seguenti (dopo il 1974), non sono mai pi?menzionate in quel modo e, che io ricordi, Castaneda non ne parl?mai in quel modo nelle sessioni domenicali. Ci?di cui parlava negli ultimi anni era solo il "punto d’assemblaggio."

Castaneda descrive le "uova luminose" in maniera diversa ogni singola volta che ne parla nei suoi libri. Cercher?altre descrizioni, ma per il momento questo ?tutto ci?che ho.

***

Ancora in Una Realt?Separata:

"Disse che l’oscurit??e la chiamava oscurit? del giorno ?era il momento migliore per "vedere". Pronunci?la parola "vedere" con un’inflessione particolare. Io volevo sapere che cosa significasse, ma lui disse che era troppo tardi per parlarne." URS (36)

Ma nella sezione del libro proprio prima di questo frammento, apparentemente un mese prima di questo episodio, don Juan aveva spiegato a Carlos il significato del "vedere". Il giorno dopo don Juan gli aveva ancora menzionato il "vedere", e Castaneda aveva agito come se ne conoscesse il significato.

Inoltre in Ixtlan, che apparentemente ebbe luogo SETTE anni prima (ma PUBBLICATO un anno DOPO Una Realt?Separata), don Juan usa il termine vedere a destra e a manca, e Castaneda non gli chiede mai di spiegarlo, come se capisse.

Per esempio:

Apparentemente nel gennaio 1962 Castaneda trova la collina che don Juan gli dona come suo posto di potere. E questo ?quello che dice don Juan:

"Questo posto ?tuo. Questa mattina tu hai visto, e quello era il segno. Hai trovato il posto vedendo."

Castaneda accetta l’uso di questo termine senza fare domande, sembra una cosa naturale, perch?don Juan aveva usato a lungo questo termine in Ixtlan, quasi fin dall’inizio della loro associazione, e ci sono molti altri esempi in Ixtlan in cui don Juan si riferisce apertamente al vedere senza che Castaneda lo interroghi mai sull’argomento (quasi come se Castaneda avesse dimenticato che lui non gli aveva spiegato il vedere fino a URS nei racconti delle sessioni del 1968). Non c’è NESSUN riferimento al vedere nel primo libro (che apparentemente copre il periodo dal 1961 al 1965), e in URS Castaneda dedica un’intera sezione del libro a far spiegare a don Juan che cosa sia il vedere, come se non avesse mai udito prima la spiegazione, anche se apparentemente i racconti di Una Realt?Separata avvennero nel 1968, molti anni dopo i racconti della prima parte di Viaggio a Ixtlan.

Dobbiamo chiamarle balle. Sembra chiaro che sta inventando man mano che va avanti, senza neanche ricordarsi le sue proprie storie. L’unica domanda ?quanto, e se, sia collegato a esperienze reali, e quale fosse la vera natura delle esperienze reali.

Carol si trad?una volta in una conferenza, dicendo che era con Castaneda quando incontr?gli alleati mentre piantava le piante che gli aveva dato Vicente, una storia raccontata in URS. Se tale episodio ?mai successo, doveva aver avuto luogo nella consapevolezza normale (poich? Castaneda lo mise nei primi libri), e nel libro Castaneda agisce come se fosse successo prima del 1968. Carol la fece grossa questa volta, perch?in quel periodo Castaneda non avrebbe dovuto sapere della sua esistenza, mentre era nella consapevolezza normale.

In URS, don Juan dice a Carlos che quando tu vedi realmente un alleato sembra proprio ci?che sta fingendo di essere. Questo ? assurdo per due ragioni.

Uno, si suppone che vedere sia conoscere l’energia fondamentale di un essere, cos?ovviamente non pu?essere un’illusoria forma umana. Due, negli ultimi libri don Juan dice l’opposto, affermando che quando incontri per la prima volta gli alleati, possono avere qualsiasi forma, ma quando li vedi realmente, sono solo bolle di energia, o forme a candela o qualcosa di simile.

Un altro punto interessante ?che in quei primi libri don Juan dice a Carlos che ci sono un sacco di alleati che se ne vanno in giro fingendo di essere persone. Negli ultimi libri, gli alleati sono separati da noi dal fatto di esistere a una diversa "velocit?quot;, e si manifestano solo nel sognare, o in speciali stati di consapevolezza. Ma nelle interviste degli anni ?0 Carlos fa un gran parlare degli alleati, che a quanto pare incontra ovunque.

Qualcosa di abbastanza strano. Nel 1968 Castaneda apparentemente fumava ancora. (pagina 67, URS). Cos?eccolo, gli rimangono solo CINQUE anni prima che il suo famoso insegnante lasci il mondo per sempre, e questo tipo ?cos?"influenzato" dagli insegnamenti magici che ha visto, che sta ancora pippando sigarette ogni giorno. Per me questo ? strabiliante perch?implica che i primi CINQUE anni di insegnamenti di questo magico brujo non hanno avuto abbastanza effetto su Castaneda neanche da fargli smettere di fumare, anche se uno dei primi insegnamenti si suppone fosse "cancellare le abitudini." Fumare ?un’abitudine non solo ovvia, ma anche mortale.

Castaneda in seguito afferm?che a don Juan non importava un fico dei suoi compagni uomini, ma in URS registra (si suppone perfino con un registratore) un passaggio di don Juan che praticamente PREDICA a tutti, niente meno che a un branco di ubriachi, cercando di avvicinarli tutti a Mescalito e alla "conoscenza":

Esquere: "Per anni ti abbiamo udito dire che dobbiamo conoscere. Che cosa dobbiamo conoscere?"

Senza scherzi, don Juan praticamente si lancia in un sermone a questi tizi (e l’ha fatto "per anni"?).

Don Juan parla di Sacateca come di un altro indiano del posto e "uomo di conoscenza". Questo accade molti anni prima che Castaneda se ne uscisse con la suo storia dei "lignaggi". Quello che voglio sottolineare ?che negli ultimi anni Castaneda insisteva che questi "lignaggi", e "uomini di conoscenza" erano cos?rari da essere praticamente impossibili da incontrare, ma qui ce n’è un altro e guarda caso si trova tra gli altri indiani del posto.

In URS, in una storia che Castaneda ?stato accusato di aver copiato da un’altra antropologa che la raccont?prima di lui, don Juan racconta a Castaneda come Genaro attraversi le cascate avvolgendo intorno alle rocce dei tentacoli luminosi provenienti dal suo addome. La cosa che qui mi interessa ?come possano questi aspetti del suo essere luminoso interagire direttamente con ordinari aspetti fisici del luogo. Questo non combacia con il fatto che il corpo luminoso sia a un "livello" totalmente diverso di realt? Come ci si pu?afferrare a dei "veri e propri elementi assemblati" usando le fibre luminose? Questo potrebbe essere uno dei pi? grossi problemi metafisici per il sistema. J (e non ho mai udito Castaneda parlare di fare questo, quando ci istruiva negli ultimi giorni?

Uno dei miei pezzi favoriti tra i farfugliamenti di don Juan:

"Se ha bisogno di mangiare trova un modo, perch?non ha fame."

Hmmm?ha bisogno di mangiare perch?non ha fame. Brillante. Assicurati di non aver fame, uomo, potrebbe essere una qualche specie di peccato. J

.."se qualcosa gli ferisce il corpo trova un modo di fermarlo, perch?non prova dolore."

Yep?qualcosa gli ferisce il corpo, ma lui non prova dolore. Logica strabiliante.

Ci?che l’autore, tramite il suo uomo magico don Juan, sembra cercare di dirci in maniera veramente maldestra, ?che non bisogna abbandonarsi alla paralisi dei bisogni e delle emozioni, ma lui porta tutto questo alle estreme conseguenze di non doverli neanche AVERE, cosa che secondo me ? puramente assurda, ma forse rivelatrice. Forse il guru cerca di disumanizzare fino al punto che si suppone che le persone debbano soffocare TUTTI i bisogni e le emozioni.

In URS, apparentemente nel maggio 1969 (stiamo facendo il conto alla rovescia ragazzi, a don Juan rimangono solo QUATTRO anni sulla terra), quando don Juan dice a Castaneda di "agire come un guerriero", Castaneda replica, "Come?" Poi Castaneda agisce come se non avesse idea di ci?che questo implichi e chiede: "Cosa posso fare per vivere come un guerriero?"

Ma aspetta, nel 1972 Castaneda pubblic?Viaggio a Ixtlan, e in esso rivel?lezioni avvenute apparentemente dal 1960 al 1961, dove don Juan gli diede OGNI GENERE di principi fondamentali della vita da "guerriero". Qui, quando lui fa la domanda, OTTO ANNI DOPO, don Juan gli dice alcune cose, essere consapevole della morte imminente, il potere delle proprie decisioni, ed essere distaccato e aspettare la volont? ma non ribadisce molti dei concetti base presenti in Ixtlan, n?don Juan indica che ha gi?insegnato a Carlos tutti i pi?importanti precetti del vivere come un guerriero, inclusi quelli che menziona. Dove sta l’imbroglio?

L?quot;imbroglio" pi?probabile ?che TUTTA questa roba sia un qualche genere di collage creativo di fatti e di finzioni.