Carlos incontra don Juan: diverse angolazioni. Commentos di Jeremy Donovan (Traduzione da Lorien Grant Perry) 
Uno sguardo alle diverse versioni del supposto incontro iniziale, tutte raccontate da Castaneda stesso.

Dalla cronologia di Castaneda:
"Estate 1960 ?Apparentemente Castaneda incontra don Juan alla stazione degli autobus Greyhound di Nogales, Arizona. (Vedi, es. A scuola dallo stregone, Una realt?separata, e Il lato attivo dell’Infinito.)"

Angolazione n. 1
Da A Scuola dallo Stregone (1968)

"Ero in una cittadina di confine in attesa di un autobus della Greyhound, e chiacchieravo con un amico che mi aveva fatto da guida e da assistente. . . . Improvvisamente si chin?verso di me e mi sussurr?che l’uomo seduto davanti alla finestra, un vecchio indiano dai capelli bianchi, sapeva molte cose sulle piante, specialmente sul peyote. Chiesi al mio amico di presentarmi a quell’uomo.

Il mio amico lo salut? poi and?a stringergli la mano. Dopo che ebbero parlato per un po?mi fece cenno di unirmi a loro, ma subito mi lasci?solo col vecchio senza nemmeno curarsi di presentarci. Lui non era minimamente imbarazzato. Gli dissi il mio nome e lui disse di chiamarsi Juan e di essere al mio servizio. Usava la formula di cortesia spagnola. Ci stringemmo la mano per mia iniziativa, quindi restammo in silenzio per un certo tempo. Non era un silenzio teso, ma una quiete naturale e rilassata da entrambe le parti. Sebbene il viso ed il collo abbronzati fossero rugosi, rivelando cos?la sua et? mi colp?il fatto che il suo corpo fosse agile e muscoloso.

Dissi quindi che ero interessato a ottenere informazioni sulle piante medicinali. Sebbene in verit?non sapessi quasi nulla sul peyote, mi sorpresi a fingere di saperne molto, e addirittura a suggerire che parlare con me avrebbe potuto essergli utile. Mentre continuavo a dire sciocchezze egli annu?lentamente e mi guard? ma non disse nulla. Evitai i suoi occhi e finimmo col rimanere, entrambi, in un silenzio morto. Alla fine, dopo un tempo che mi era parso lunghissimo, don Juan si alz?e guard?fuori dalla finestra.

Il suo autobus era arrivato. Salut?e lasci?la stazione.

Ero seccato per avergli detto delle sciocchezze, e per essere stato trapassato da quegli occhi singolari. Quando il mio amico ritorn? cerc? di consolarmi per non essere riuscito a imparare nulla da don Juan. Spieg?che il vecchio era spesso silenzioso e svanito, ma lo spiacevole effetto di questo primo incontro non si cancell?tanto facilmente? L’amico che mi aveva presentato a don Juan spieg?pi?tardi che il vecchio non era originario dell’Arizona, dove ci eravamo incontrati, ma era un indiano yaqui di Sonora, nel Messico."

Commento ?la sequenza:

Castaneda e Billy seduti insieme, Bill si alza, saluta don Juan, gli d?la mano, parla con don Juan per un po? poi chiama Castaneda e se ne va senza presentarli. Castaneda e don Juan si presentano, si danno la mano, stanno in silenzio per un bel po? poi Castaneda e don Juan parlano, il famoso sguardo, ancora un sacco di tempo in silenzio, poi don Juan si alza, guarda fuori dalla finestra, saluta, lascia la stazione. Castaneda ?turbato, Bill lo consola spiegando il comportamento abituale di don Juan. In seguito Bill spiega l’origine di don Juan.

Angolazione n. 2
Dalla trascrizione di un’intervista radiofonica del 1968 a Castaneda su KPFA:

"CC: ho incontrato don Juan in una maniera abbastanza fortuita. Stavo facendo, era il 1960, stavo facendo, stavo radunando dati etnografici sull’uso di piante medicinali tra gli indiani dell’Arizona. E un mio amico che era la mia guida in quell’impresa sapeva di don Juan. Sapeva che don Juan era un uomo che conosceva profondamente l’uso delle piante e voleva presentarmi a lui, ma non ci riusciva mai. Un giorno, quando stavo per ritornare a Los Angeles, ci capit?di vederlo in una stazione d’autobus, e il mio amico and?a parlargli. Poi mi present?a lui e io cominciai a dirgli che ero interessato alle piante, specialmente al peyote, perch?qualcuno mi aveva detto che questo vecchio era un grande esperto nell’uso del peyote. E parlammo per circa 15 minuti mentre lui stava aspettando l’autobus, o piuttosto fui io che parlai tutto il tempo e lui non disse assolutamente nulla. Continuava a fissarmi di tanto in tanto e questo mi fece sentire molto a disagio perch?non sapevo nulla sul peyote, e sembrava che lui mi vedesse attraverso. Dopo circa 15 minuti si alz?e disse che forse un giorno sarei potuto andare a casa sua, dove avremmo potuto parlare pi?tranquillamente, e se ne and? E io pensai che il tentativo di conoscerlo fosse stato un fallimento perch?non ero riuscito a tirargli fuori niente. E il mio amico pensava che la reazione del vecchio fosse scontata, perch?era molto eccentrico. Ma io ritornai l?dopo circa un mese e cominciai a cercarlo. Non sapevo dove viveva, ma in seguito scoprii dove fosse casa sua e andai a trovarlo. Lui, all’inizio, sai, lo avvicinai come amico. Mi era piaciuto, per qualche ragione, mi era piaciuto il modo in cui mi aveva guardato alla stazione degli autobus.

C’era qualcosa di molto particolare nel modo in cui fissa le persone. E lui non li fissa, di solito non guarda nessuno dritto negli occhi, ma a volte lo fa ed ?una cosa veramente notevole. E andai a cercarlo pi?per quel suo sguardo che per il mio interesse nel lavoro antropologico. Cos?andai a trovarlo parecchie volte e sviluppammo una specie di amicizia. Lui ha un grande senso dell’umorismo, e questo ha facilitato le cose."

Commento:

Qui l’amico di Castaneda aveva cercato di presentarlo prima "ma non ci era mai riuscito". Capit?loro di incontrarlo alla stazione degli autobus, e l’amico fa le presentazioni, e "qualcuno" aveva detto a Castaneda che l’uomo era un esperto di peyote. L’accento viene posto sullo sguardo di don Juan che, afferma Castaneda, fu ci?che lo riport? l?"circa un mese dopo".

Angolazione n. 3
Dalla trascrizione di un’audiocassetta contenente un’intervista del 1968 tra Jane Hellisoe della University of California Press e Castaneda:

"JH: Come ha incontrato don Juan?

CC: Il modo in cui, uh, l’ho conosciuto, fu una faccenda molto, uh, fortuita. Non mi interessava scoprire quello che conosceva, perch? non sapevo cosa conosceva. Ero interessato alla raccolta di piante. E lo incontrai in Arizona. C’era un vecchio, che viveva da qualche parte su quelle colline, che conosceva un sacco di cose sulle piante. E quello che mi interessava era raccogliere informazioni sulle piante. E uh, io uh, andammo un giorno, questo mio amico e io andammo a cercarlo. E fummo depistati dagli indiani Yuma e andammo sulle colline e non trovammo mai il vecchio.. Um, fu in seguito, quando ero al termine di questo primo viaggio in Arizona, alla fine dell’estate ed ero pronto a tornare a Los Angeles, che il vecchio entr? mentre stavo aspettando alla fermata dell’autobus. Ed ?cos?che lo incontrai. Uh, parlai con lui per circa un anno. Andavo a trovarlo, periodicamente vado a trovarlo, perch?mi piace; ?molto amichevole e molto coerente. ?bello stargli vicino."

Commento:

Un racconto molto pi?semplice di quello del libro, naturalmente, ma qui menziona di aver gi?cercato don Juan in precedenza. Inoltre dice che l’incontro ebbe luogo "alla fine dell’estate". Qui don Juan semplicemente entra e loro si incontrano ?non fa menzione di alcuna presentazione o conversazione successiva tra Castaneda e il suo amico.

Angolazione n. 4
Da Una realt?separata (1971):

Ero seduto insieme con Bill, un mio amico, in una stazione di autobus di una citt?di confine in Arizona. Sedevamo immobili. Il calore estivo del tardo pomeriggio sembrava insopportabile. All’improvviso Bill si pieg? verso di me e mi batt?sulla spalla.

"Ecco l’uomo di cui ti ho parlato", disse sottovoce.

Accenn?col capo come per caso verso l’entrata. Era appena entrato un vecchio. [In precedenza, don Juan era "seduto davanti alla finestra". Questa volta "era appena entrato."]

"Che cosa mi hai detto di lui?", chiesi.

"?l’indiano che conosce il peyote. Ricordi?"

Ricordai che una volta Bill ed io avevamo viaggiato per un giorno intero in cerca della casa di un ‘eccentrico?indio messicano che viveva nella zona Non trovammo la casa dell’uomo, ed io ebbi la sensazione che gli indiani a cui avevamo chiesto la strada ci avessero dato deliberatamente delle indicazioni sbagliate. Bill mi aveva detto che l’uomo era uno "yerbero", una persona che raccoglie e vende erbe medicinali, e che conosceva molto bene il cactus allucinogeno, il peyote. Aveva anche detto che mi sarebbe stato utile conoscerlo. Bill era la mia guida nel sud-ovest nel periodo in cui cercavo informazioni e campioni di piante medicinali usate dagli indiani della zona.

Bill si alz?per andare a salutare l’uomo. L’indiano era di media statura. I capelli bianchi tagliati corti gli crescevano un poco sopra le orecchie, accentuando la rotondit?del capo. Era molto scuro di carnagione; le profonde rughe del volto lo facevano sembrare piuttosto anziano, tuttavia il suo corpo appariva forte ed agile. Lo osservai per un momento. Si muoveva con un’agilit? che avrei creduto impossibile in un vecchio.

Bill mi fece segno di raggiungerli.

"?un tipo simpatico", mi disse Bill. "Ma non riesco a capirlo. Il suo spagnolo ?bizzarro, pieno di modi di dire rurali, suppongo."

Il vecchio guard?Bill e sorrise, e Bill, che sa solo poche parole di spagnolo, articol?in quella lingua una frase assurda. Poi mi guard? come chiedendomi se quel che diceva avesse un senso, ma io non sapevo che cosa intendesse dire; allora sorrise impacciato e si allontan? [In precedenza Bill "lasci?immediatamente Castaneda da solo" con don Juan.] Il vecchio mi guard?e scoppi?a ridere. Gli spiegai che qualche volta il mio amico si dimenticava di non saper parlare lo spagnolo.

"Credo che abbia anche dimenticato di presentarci", aggiunsi, e dissi il mio nome.

"E io sono Juan Matus, al vostro servizio", rispose.

Ci stringemmo la mano e rimanemmo in silenzio per un po? Ruppi il silenzio e gli parlai della mia ricerca. Gli dissi che ero alla ricerca di qualsiasi genere di informazioni sulle piante, specialmente sul peyote. Parlai a lungo concitatamente e sebbene ignorassi quasi totalmente l’argomento, dissi che conoscevo moltissime cose sul peyote. Pensavo che se mi fossi vantato della mia conoscenza, al vecchio sarebbe piaciuto parlare con me. Ma non disse nulla. Ascoltava pazientemente. Poi annu?lentamente e mi fiss? I suoi occhi sembravano risplendere di luce propria. Evitai il suo sguardo. Mi sentivo imbarazzato. Avevo la certezza che in quel momento sapesse che stavo dicendo sciocchezze.

"Vieni a casa mia una volta o l’altra", disse alla fine, distogliendo gli occhi da me. "Forse l?potremo parlare pi? comodamente." [In precedenza don Juan non aveva invitato Castaneda a casa sua.]

Non sapevo cosa dire. Mi sentivo a disagio. Dopo un po? Bill rientr?nella stanza. [Prima non aveva detto che Bill aveva lasciato la stanza.] Comprese il mio imbarazzo e non pronunci?una parola. Rimanemmo seduti in profondo silenzio per un po? Quindi il vecchio si alz? Il suo autobus era arrivato. Ci salut?

"Non ?andata troppo bene, vero?" chiese Bill.

"No".

"Gli hai chiesto delle piante?"

"S? Ma penso di aver fatto la figura dello stupido".

"Te lo avevo detto che ?molto eccentrico. Gli indiani della zona lo conoscono, eppure non lo nominano mai. E questo significa qualcosa".

"Per?mi ha detto che potevo andare a casa sua".

"Ti ha preso in giro. Sicuro, puoi andare a casa sua, ma cosa significa? Non ti dir?mai nulla. Anche se tu gli chiedessi qualcosa ti confonder?come se tu fossi un idiota che dice sciocchezze".

Bill disse con convinzione di aver gi?incontrato persone come lui, persone che davano l’impressione di sapere molte cose. Disse che a suo parere persone tali non valevano il disturbo, perch?prima o poi si poteva avere la stessa informazione da qualcun altro che non la facesse cos? difficile. Disse di non avere pazienza n?tempo per le vecchie mummie, e che era possibile che il vecchio si stesse solo facendo passare per esperto di erbe, mentre in realt?ne sapeva quanto il primo venuto.

Bill seguitava a parlare ma io non lo ascoltavo. [Qui c’è una lunghissima conversazione con Bill.] La mia mente continuava a farsi domande sul vecchio indiano. Sapeva che avevo bluffato. Ricordavo i suoi occhi. Avevano realmente brillato.

Commento ?la sequenza:

Praticamente la stessa di prima, con le eccezioni notate tra parentesi. La differenza pi?importante, oltre la diversa immagine del momento in cui Castaneda vide per la prima volta don Juan, ?che apparentemente in precedenza Castaneda non aveva fatto cenno al fatto importantissimo che don Juan al loro primo incontro l’aveva proprio invitato ad andare a casa sua.

Angolazione n. 5
Da Viaggio a Ixtlan (1972):

"Ho sentito dire che sapete molte cose sulle piante, signore", dissi al vecchio indiano davanti a me.

Un amico ci aveva appena messi in contatto e se ne era andato e ci eravamo presentati da soli. Il vecchio aveva detto di chiamarsi Juan Matus.

"?stato il tuo amico a dirtelo?", domand?in tono indifferente.

"S?quot;.

"Raccolgo le piante, o piuttosto, le piante si lasciano raccogliere da me", disse dolcemente.

Eravamo nella sala d’aspetto di una stazione di autobus dell’Arizona. Gli chiesi in uno spagnolo molto formale se mi permetteva di interrogarlo. Dissi: "Il signore [caballero] mi permetterebbe di fare qualche domanda?"

Mi guard?interrogativamente.

"Sono un cavaliere senza cavallo", disse con un ampio sorriso e quindi aggiunse: "Ti ho detto che il mio nome ?Juan Matus".

Mi piacque il suo sorriso. Pensai che ovviamente era un uomo che sapeva apprezzare la schiettezza e decisi di affrontarlo arditamente con una richiesta. Gli dissi che mi interessavo alla raccolta e allo studio delle piante medicinali. Dissi che in particolare mi interessavano gli usi del cactus allucinogeno, il peyote, che avevo studiato a lungo all’universit?di Los Angeles.

Pensavo che la mia presentazione fosse molto seria. Ero molto composto e sembravo a me stesso perfettamente credibile.

Il vecchio scosse il capo lentamente ed io, incoraggiato dal suo silenzio, aggiunsi che senza dubbio sarebbe convenuto a entrambi incontrarci per parlare del peyote.

Fu in quel momento che sollev?il capo e mi guard?dritto negli occhi. Fu uno sguardo formidabile. Eppure non era affatto minaccioso o terribile. Era uno sguardo che mi pass?da parte a parte. La lingua mi si incepp?all’istante e non potei proseguire con le mie lodi su di me. Quella fu la fine del nostro incontro. Tuttavia se ne and?con una nota di speranza. Disse che forse un giorno o l’altro avrei potuto andare a trovarlo a casa sua."

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Commento ?la sequenza:

Nulla di realmente nuovo qui. La sezione centrale ?stata un poco rimpolpata.

Angolazione n. 6
"Seeing Castaneda," Castaneda intervistato da Sam Keen, pubblicato da Psycology Today (1972):

"Keen: Come e quando ha incontrato Don Juan ed ? diventato suo apprendista?

Castaneda: Stavo terminando i miei studi universitari all’UCLA e pensavo di iscrivermi a un corso di specializzazione in antropologia. Volevo diventare un professore e pensavo che avrei potuto iniziare nel modo giusto pubblicando un saggio sulle piante medicinali. Incontrare un tipo strambo come Don Juan non mi sarebbe potuto interessare di meno. Ero in una stazione d’autobus dell’Arizona insieme a un mio vecchio compagno di scuola. Mi indic?un vecchio indiano dicendomi che conosceva il peyote e le piante medicinali. Assunsi un atteggiamento disinvolto e mi presentai a don Juan dicendo: ‘Mi hanno detto che lei conosce molte cose sul peyote. Io sono un esperto di peyote (avevo letto il libro di Weston La Barre The Peyote Cult) e le potrebbe essere utile venire a pranzo con me e parlarmi.?B? lui semplicemente mi guard?e la mia bravata si sbriciol? Divenni impacciato e assolutamente incapace di proferir parola. In genere ero molto aggressivo e loquace, cos? essere messo a tacere da uno sguardo fu una cosa gravissima. In seguito cominciai a fargli visita e circa un anno dopo mi disse che aveva deciso di passare a me la conoscenza della stregoneria che aveva imparato dal suo insegnante."

La sequenza:

Anche qui, nulla di realmente nuovo, ma qui sembra che Castaneda fosse stato "messo a tacere dallo sguardo [di don Juan]" quasi immediatamente, mentre in racconti precedenti afferma di aver continuato a parlare per 15 minuti o gi?di l? Inoltre, per la prima volta si riferisce a Bill come "un vecchio compagno si scuola."

Angolazione n. 7

Dall’intervista del 1994 di Keith Thompson a Castaneda per il New Age Journal:

"KT : In che modo esattamente i vostri sentieri si incontrarono?

CC: Stavo aspettando l’autobus nella stazione della Greyhouund a Nogales, in Arizona, e parlavo con un antropologo che mi aveva fatto da guida e aiutante durante la mia ricerca. Il mio collega si pieg?verso di me e indic?un vecchio indiano dai capelli bianchi dall’altra parte della stanza ?"Psst, laggi? non far vedere che lo stai guardando" ?e disse che era un esperto di peyote e piante medicinali. Non avevo bisogno di sentire altro. Assunsi la mia migliore aria professionale e mi avvicinai a quell’uomo, che era conosciuto come don Juan, e gli dissi che ero un’autorit?sul peyote. Gli dissi che gli sarebbe potuto tornare utile venire a pranzo e parlare con me ?o qualcos’altro di insopportabilmente arrogante.

KT: La vecchia tattica dell’invito a pranzo. Ma lei non era veramente un’autorit?sull’argomento, vero?

CC: Praticamente non sapevo nulla sul peyote! Ma continuai a blaterare ?vantandomi della mia conoscenza, per cercare di impressionarlo. Ricordo che lui si limitava a guardarmi e ad annuire ogni tanto, senza dire un parola. Le mie finzioni si fusero nel calore di quel giorno. [Uh-huh.] Ero scioccato dal fatto di essere stato messo a tacere. Stavo l?sull’abisso, [cos?era questo l’abisso!] finch?don Juan vide che il suo autobus era arrivato. Mi salut?con un lieve cenno della mano. Mi sentivo un imbecille arrogante, e questa fu la fine del nostro incontro.

KT: Anche l’inizio.

CC: S? ?dove tutto inizi? Seppi che don Juan era conosciuto come brujo, che significa uomo di medicina, curatore, stregone. Scoprire dove vivesse divenne il mio compito. Sai, fui molto bravo in questo, e ci riuscii. Scoprii dove viveva e un giorno andai a trovarlo. Ci piacemmo a vicenda e presto diventammo ottimi amici.

KT: Lei si era sentito uno stupido in presenza di quest’uomo, eppure non vedeva l’ora di incontrarlo?

CC: Il modo in cui don Juan mi aveva guardato in quella stazione d’autobus fu eccezionale -- un evento senza precedenti nella mia vita. C’era qualcosa di notevole nei suoi occhi, che sembravano brillare di luce propria. . . . Fu a quel livello arcaico che fui conquistato dallo sguardo di don Juan, nonostante il fastidio e l’irritazione per il fatto che avesse capito il mio bluff in quella stazione d’autobus."

La sequenza:

Ancora nulla di nuovo, ma un’altra versione leggermente diversa su quello che l’informatore di Castaneda apparentemente gli disse quando videro don Juan per la prima volta.

Angolazione n. 8
Da Il lato attivo dell’infinito (1998):

Ad un tratto si pieg?verso di me e con un movimento impercettibile del mento mi indic?il lato opposto della stanza. "Credo che quel vecchio seduto sulla panca nell’angolo sia l’uomo di cui ti ho parlato" mi sussurr?all’orecchio.

"Non ne sono del tutto sicuro perch?ci siamo trovati faccia a faccia soltanto una volta."

[Nota: questa volta don Juan ?"sulla panca nell’angolo."]

"Di chi si tratta? Che cosa mi hai raccontato sul suo conto?" chiesi.

"Quando parlavano degli sciamani e delle loro trasformazioni, ti ho raccontato che una volta avevo incontrato uno sciamano nuvola."

"S? s? mi ricordo," dissi. "Quell’uomo ?lo sciamano nuvola?"

"No," disse con enfasi. "Ma penso che sia un compagno o un insegnante dello sciamano nuvola. Molti anni fa li ho visti insieme parecchie volte, anche se da lontano." [Qui, nella loro conversazione, l’uomo che in precedenza era "un grande conoscitore di piante" adesso si ?trasformato nell?quot;insegnante dello sciamano nuvola."]

Ricordai che Billy mi aveva menzionato, in modo del tutto casuale, ma senza riferimenti allo sciamano nuvola, che sapeva dell’esistenza di un misterioso vecchio, uno sciamano che si era ritirato, un vecchio e misantropo indiano yuma che un tempo era stato uno stregone spaventoso. [Qui, invece di uno yerbero che conosceva il peyote, Bill dice che don Juan era uno "stregone spaventoso." Questo ?interessante perch?in A scuola dallo stregone Castaneda dice che all’inizio vide don Juan solo come "un uomo abbastanza particolare che conosceva molte cose sul peyote," e solo in seguito scopre che "le persone che vivevano con lui pensavano che …fosse un brujo." In Una realt?separata, Castaneda dice che don Juan impieg?un intero anno prima di rivelargli che era un brujo".] Il mio amico non mi aveva mai detto nulla sul legame tra il vecchio e lo sciamano nuvola, ma ovviamente per lui era scontato, al punto che pensava di avermene parlato.

Improvvisamente una strana ansiet?si impadron?di me e mi fece balzare su dalla sedia. Come se non avessi una mia propria volont?mi avvicinai al vecchio e immediatamente cominciai una lunga tirata su quanto conoscevo delle piante medicinali e dello sciamanesimo tra gli indiani americani delle pianure e i loro antenati siberiani. Inoltre dissi al vecchio che sapevo che era uno sciamano.

Conclusi assicurandogli che sarebbe stato un vero beneficio per lui discuterne a lungo con me. [Qui non c’è nessuna conversazione preliminare di Billy. Castaneda salta su e accosta don Juan tutto da solo!]

"Se non altro," dissi in maniera petulante, "potremmo scambiarci le nostre storie. Lei mi racconta le sue e io le mie."

Il vecchio tenne gli occhi bassi fino all’ultimo. Poi mi scrut? "Sono Juan Matus," disse, guardandomi dritto negli occhi." [Negli altri racconti c’erano state le presentazioni, e le conversazioni sul cavaliere senza cavallo, ecc., prima del grande bluff di Castaneda e del famoso sguardo; ora qui don Juan si presenta nello stesso momento in cui ha luogo "lo sguardo".]

La mia tirata non era assolutamente finita, ma per nessuna ragione che riuscissi a capire sentivo che non avevo altro da aggiungere. Volevo dirgli il mio nome. Lui sollev?la mano all’altezza delle mie labbra come per impedirmi di dirglielo. [Nei resoconti dei primi due libri, Castaneda dice esplicitamente: "Gli dissi il mio nome," e anche in Ixtlan i due si presentano reciprocamente.]

In quel momento arriv?un autobus. Il vecchio mormor?che quello era il suo autobus, poi mi chiese seriamente di andarlo a trovare, per poter parlare pi?tranquillamente e scambiarci le storie. Gli comparve un sorrisetto ironico all’angolo della bocca quando disse ci? Con incredibile agilit?per un uomo della sua et??immaginavo che dovesse avere circa 80 anni ?percorse in pochi passi i 50 metri che separavano la panchina dal bus. Come se l’autobus si fosse fermato solo per farlo salire a bordo, ripart?non appena lui sal?e le porte si chiusero. [Nei primi racconti c’è un altro lungo intervallo prima che don Juan si alzi per prendere l’autobus, ma qui, mentre stanno ancora parlando, l’autobus arriva.]

Dopo che il vecchio se ne fu andato, ritornai alla panchina dove era seduto Billy. [Oh? In precedenza era Billy che era "ritornato nella sala."]

"Cosa ti ha detto, cosa ti ha detto?" chiese eccitato. [Oh? In precedenza, Castaneda e Billy erano rimasti seduti in silenzio per un po? prima che Bill dicesse "non ? andata troppo bene, vero?"]

"Mi ha detto di andarlo a trovare a casa sua," dissi. "Ha anche detto che l?potremo parlare".

"Ma cosa gli hai detto per farti invitare a casa sua?" mi chiese.

Dissi a Bill che avevo usato la mia migliore abilit?di venditore, e che avevo promesso al vecchio di rivelargli tutto ci?che sapevo, dal punto di vista delle mie letture, sulle piante medicinali.

Ovviamente Bill non mi credette. Mi accus?di nascondergli qualcosa. "Conosco le persone di questa zona," disse in modo aggressivo, "e quel vecchio ?veramente un tipo strano. Non parla a nessuno, indiani inclusi. Perch?dovrebbe parlare con te, un perfetto sconosciuto?? Non sei nemmeno attraente? [Va ancora avanti cos? Da notare semplicemente che l’estesa conversazione con Bill subito dopo l’incontro ?totalmente diversa dalla conversazione post-incontro riportata in Una realt?separata. Mentre la conversazione in Una realt?separata si riduce a un paio di paragrafi, non c’è una singola frase che sia uguale.]

Commento:

Dopo la conversazione Castaneda dice che va direttamente a Yuma invece di L.A. e dice che l?venne a sapere, da "alcune persone" che Bill gli aveva presentato all’inizio del viaggio, che don Juan era uno yaqui di Sonora e un temibile stregone. In origine, Castaneda aveva affermato esplicitamente che era stato Bill a dirglielo.

Quest’ultima storia contraddice tutte le versioni precedenti, in special modo dove Castaneda salta su e accosta don Juan senza nessun intervento da parte di Bill. Nessuna stupida conversazione nel terribile spagnolo di Bill, n?nulla del genere. Negli altri libri don Juan aveva anche interpretato come un segno il fatto che Castaneda fosse stato portato a lui da un idiota che balbettava sciocchezze, ma qui Bill non si alza nemmeno e neppure balbetta sciocchezze davanti a don Juan.