Cattedrale di Tula, palcoscenico della
"performance" di Carol (cliccare sulla foto per ingrandirla)
Il seguente brano ?il testo "top secret" di un discorso/tour guidato, che Carol Tiggs fece ai membri di Cleargreen durante un viaggio a Tula all’inizio del 1995. (Cos?chi chieder?per noi a Carol perch?la "Donna Nagual/Sfidante della Morte" ha bisogno che le sue osservazioni sul suo "posto speciale" ?Tula?le vengano totalmente scritte, perfino le "didascalie," ma per l’amor di Dio!) Speciali ringraziamenti a Greg e Gaby per aver scoperto questa gemma.
Carol Tiggs a Tula (Traduzione da Lorien Grant Perry)
Sto per rivelare cose che nessuno ha mai saputo cos?? molto importante che facciate attenzione. Questo non ?il momento per la vostra mente lineare. Usatela nei discorsi accademici seri. Io una volta ero medico e adesso sto studiando per laurearmi in logica simbolica. Uso tutte le mie risorse di pensiero, induzione e deduzione nei miei studi accademici. Dalle dieci alle quattro sono la studentessa pi?diligente ma quando arrivo a casa alle cinque non sono pi?Muni Alexander ma Carolina Aranha. Io non sono pi?lineare. I vostri migliori sforzi di pensiero lineare dovrebbero essere impiegati nei traguardi accademici. Non qui a Tula. Il mio non ?un mondo lineare. Avendo detto questo, possiamo entrare.
Vorrei dire una parola sugli esseri ciclici. Gli esseri ciclici per gli antichi stregoni e per don Juan e per noi non significano reincarnazione. Significa che gli esseri umani appartengono a fili tenuti insieme da correnti di energia omogenea. Pensate a una tenda fatta di perline. Ogni filo ?particolare e ogni perlina ?ancora pi?particolare eppure sono tenute insieme dalla stessa forza, dallo stesso filo. Le perline di uno stesso filo erano chiamate cicliche dagli antichi stregoni del lignaggio del vecchio nagual.
Mi capita di avere la fortuna o la sfortuna di essere una perlina dello stesso filo a cui appartiene una strana creatura che noi conosciamo come lo sfidante della morte. Per lo sfidante della morte e per Carol Tiggs non fu poi cos?strano avere un accordo trascendentale, cos?come non ? un’idea cos?strana che Lorenzo e Julius abbiano una totale affinit?con gli altri due elementi che non ci sono pi? Nulla potrebbe essere pi?assurdo, ma nulla potrebbe essere pi?semplice.
Renata ?mia figlia adottiva, affidata alle mie cure. Non mi occupo di lei quanto vorrei perch?ho una figlia naturale veramente possessiva che controlla ogni mio movimento. Ma ci?non significa nulla. Sono ancora responsabile di questa creatura. (tocco e bacio Renata) Lei, oltre che essere la mia responsabilit??anche il mio guardiano, la mia chac mool. Lei mi sta proteggendo in questa stessa stanza. Il mistero qui non ?come io possa essere ciclica con lo sfidante della morte, ma come io, proprio ora, possa rimanere sana di mente e parlarvi.
(Mettendo il dito sinistro sotto al naso della statua e posando come la statua, mi indirizzo al gruppo) Non rimaniamo qui troppo a lungo. Andiamo a trovare la mia chacmool ciclica.
In chiesa, nella piccola cappella sulla sinistra.
[Questa "didascalia" si riferisce alla cappella
fotografata qui.]
Qui ?dove lo sfidante della morte ha fatto un accordo con Carol Tiggs. Vi racconter?quello che ?successo qui il pi?esattamente possibile.
Lo sfidante della morte dice a Carol Tiggs con terrificante voce roca, "Ti ho osservato per molto tempo, Carol Tiggs" A lei piaceva quando la gente la chiamava per nome e cognome; sembrava una cosa rispettosa anche se la voce roca della creatura era molto fastidiosa. Sembrava una voce maschile. Carol Tiggs pens?che non ci fosse alcun modo per essere sicura che lo sfidante della morte fosse una donna. La creatura sembr?capire quello che stava pensando Carol e disse, "Non c’è rimasto nulla di maschile in me. Il mio punto di assemblaggio si ?girato totalmente. Come donna non puoi vedere ma puoi certamente sentire il mio punto d’assemblaggio o la mia passera."
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Carol Tiggs diventava sempre pi?ammutolita e nervosa. Improvvisamente lo sfidante della morte afferr?la mano di Carol Tiggs e se la port?sotto la gonna. La creatura indossava un abito lungo e non portava le mutandine. La sua passera era calda e bagnata e leggermente appiccicaticcia. La passera della creatura non aveva alcun odore. Ci fu una sensazione di vortice bagnato che trascin?gi?Carol.
Poi lo sfidante della morte disse "Perch?non metti la mia mano l?" e indic?l’inforcatura di Carol. A questo punto Carol stava ridendo come un’idiota. La donna si fece strada fra la gonna, i collant e le mutandine e ficc?un dito nella passera di Carol Tiggs. La cosa orribile ?che a Carol Tiggs piacque veramente. La donna aveva un dito molto grosso che sembrava crescerle dentro. Questo ?cos?terribile e imbarazzante che devo raccontarlo in terza persona ?La donna fece l’amore con lei, proprio in questa cappella e Carol Tiggs ebbe un enorme orgasmo. Ansimava e palpitava.
Con lo sguardo vitreo, Carol Tiggs si volt?verso la voce che le stava tubando all’orecchio. La voce le chiese "Ora farai lo stesso con me?" Carol Tiggs era sdraiata l?tra le panche, mezza nuda. E lo fece.
Lo sfidante della morte disse "Non essere timida e non giudicare. Le donne hanno un’enorme carica di energia nell’utero e l’unico modo in cui si aprono all’ignoto ?attraverso l’esplosione dell’orgasmo. Ne sono coinvolte o possono coinvolgere altri tramite quest’esplosione. Ora, sei pronta per il nostro patto?"
Carol Tiggs era pi?morta che viva. Non sapeva che fare. Si sentiva usata, sporca. Pensava che tutti in chiesa l’avessero vista, e sapeva ci?che avrebbero pensato. Avrebbero certamente creduto che fosse lesbica. Cos?domand?debolmente, "Pensi che ci abbiano visto?"
Lo sfidante della morte rispose "No, perch?stai sognando dentro a un sogno. Questa chiesa non esiste. Noi siamo in un vuoto. Sembra che la chiesa sia qui ma non ?vero. Voglio che tu mi dia una mano e mi liberi dalle mie catene. Non so cosa posso darti in cambio di questo. Sta a te usarmi parzialmente o completamente. Verr?a cavalluccio su di te e tu potrai fare la stessa cosa con me ma sta a te decidere. Io non ho pi?decisioni. La mia vita finisce con la vostra stirpe ma si scopre che noi siamo ciclici. Ti dar?tutto il potere che ho. Se vuoi essere un uomo, ti far?diventare un uomo. Se vuoi essere una superpassera, far?di te una superpassera."
Tutto a un tratto udii me stessa balbettare "M-m-mi piacerebbe essere una superpassera, p-p-posso?" Allora qualcosa in me disse "NO, No non volevo dire questo!"
Naturalmente devo dirvi che il mio aspetto di allora era diverso. Sembravo un’idiota come Nuri. Lo sfidante della morte prese il mio naso, il mio esile corpo ?lo sfidante della morte era, naturalmente, l’immagine sputata di quella cosa nel museo, quella a cui assomiglio io ora.
"Accetti la mia offerta?" incalz?la donna. "Non posso storcerti il braccio. La decisione ?tua ma lascia che ti dica, sar?un’avventura di dimensioni mai viste. Qualsiasi cosa succeda a me sar? sempre meglio di quello che mi accadr?quando smetter?di giungere l’energia proveniente dal nagual."
Carol Tiggs non riusciva a comprendere realmente questo dialogo. Cos?continu?con il suo pensiero fisso, "Cosa significa essere una superpassera?"
"Be?puoi prendersi qualsiasi uomo o donna che tu voglia. Puoi avere orgasmi dalle narici, puoi strusciarti contro il muro della chiesa e venire. Una superpassera significa che tutto in te ?passera."
Ero spaventata fino alla schizofrenia e parlavo con la lisca e poi nello stesso momento un’altra persona stava prendendo il controllo su di me. Carol Tiggs rispose nel suo modo affettato, "S? s? sav?supev, cos?eccitante!" Eppure in un’altra parte di s? sta cominciando a comprendere la grande portata di quest’impresa ma solo vagamente?Carol Tiggs continu? "okay, okay, da dove cominciamo?"
"Puoi cominciare col sedurre Isidoro Baltazar."
"Oh questa ?pvopvio una stupida idea. Lui mi odia. Ma con i miei nuovi potevi.." Carol dice queste parole mentre comincia ad accarezzarsi il naso.
Oggi sento che fu davvero un penoso scambio di battute tra una creatura strabiliante e i meschini interessi di Carol Tiggs che si preoccupava di essere una superpassera. Ma ?cos?che siamo noi, non ci stiamo a pensare due volte quando si tratta di queste cose.
"?tempo di cambiare sogni. Andiamo ancora pi?in profondit? Sediamoci di fronte al mare della consapevolezza," disse la donna.
"S? mi piace la spiaggia, ma pvima di andave dimmi di Cavlos. Isidovo, voglio dive."
"Andiamo a trovarlo".
Camminare fino alla plaza.
[La didascalia sopra si riferisce a questa plaza.]
La cosa seguente che seppi fu che ero seduta su questa panchina. E Carlos mi stava in grembo. Ero posseduta da una stravagante seriet? Non sarei riuscita a parlare con la lisca neanche a costo della vita. Mai prima di quel momento avevo sentito una tale sicurezza e al tempo stesso timore. Ero io, ma ero l’io che conosco oggi.
Il resto della storia lo sapete. Carlos l’ha scritta e io raccomando che la leggiate.
[La didascalia sotto si riferisce a questo hotel.]
Condurli all’hotel, dopo aver loro mostrato i due ristoranti della citt? Fermarsi all’angolo e indicare le ultime due stanze, su nell’angolo, al secondo piano. Io in quanto nuova creatura che non era Carol Tiggs portai l?Carlos e nonostante il fatto che fosse mio fratello lo sedussi come se non esistesse un domani. Ma io non ero Carol Tiggs, ero qualcos’altro. Qualcosa di diretto e determinato, freddo ed eppure passionale. Quando chiudevo gli occhi potevo vedere scenari che non appartenevano a nessuna esperienza, strani esseri come ombre che venivano da me e mi esaminavano. Mi urtavano e mi giravano intorno, cercando chiss?cosa.
Dovetti tenere gli occhi aperti tutto il tempo. Alla fine mi addormentai. Penso che fu a quel punto che mi fusi totalmente con Isidoro Baltazar. Fu allora che divenne il mio vero fratello. Turbinammo insieme nel mare della consapevolezza per nove giorni finch?non ci fu pi?alcuna differenza energetica. Vedete, il mistero dei misteri ?che Carlos e io siamo ciclici l’un l’altro e con lo sfidante della morte. Questo era il motivo per cui lo odiavo e lo amavo allo stesso tempo. Lo vedevo come un uomo. Lo sfidante della morte mi spieg?che un uomo e una donna che siano ciclici l’un l’altro si incontrano una volta ogni milione di anni. L’unica cosa che Carlos e io potevamo fare era fonderci insieme.
Lasciai l’hotel in un giorno normalissimo, ero me stessa come lo sono oggi. E andai ad incontrare la donna. Lei mi prese per mano in quella cappella e un secondo dopo ero nuovamente di fronte al mare della consapevolezza. Non ?un mare. ?un’inconcepibile fonte di energia, un’energia peculiare che ?consapevole e ti parla. Forse i mistici dei tempi antichi l’hanno sperimentata. Carlos pensa che al meglio siano riusciti a raggiungere solo la forma dell’uomo, un fascio di campi di energia, come fili luminosi che formano l’uomo secondo i voleri dell’uomo. Qualcosa come uno stampo cosmico che stampa energia a forma di uomo, proprio come una macchina che fa i crackers. Ma io penso che forse andarono oltre. Il mare della consapevolezza ?la cosa pi? vicina al concetto di Dio; ?una forza onnicomprensiva. Davanti ad essa non sei neanche una scintilla, un granello, un virus. Eppure ?consapevole di te. In quel mare di consapevolezza il mio essere ciclico, lo sfidante della morte, si trasform?in qualcosa di non estraneo a me, per niente disgustoso. Era me riempita fino all’orlo di indifferenza. Ciascuna delle mie preoccupazioni si spense di colpo cos?come si spegne una lampadina?C’erano potenti sensazioni organiche, flash di immagini come in un sogno. Alla fine mi trovai in un breve sogno che divenne sempre pi?preciso fino a diventare il mondo reale.
Ci vollero mesi per trovare Carlos perch?ero stordita, ero stupida. Un giorno dissero che avrebbe fatto una conferenza. Io avevo perso le speranze. Naturalmente gli feci quasi venire un attacco di cuore. Pensava che me ne fossi andata come diceva la regola. Il resto lo sapete.
Quando lo sfidante della morte e io stavamo insieme davanti al mare della consapevolezza, lei mi diede il mio nome Muni. Disse che un giorno quando sar?riuscita ad integrare me stessa, o quando nulla importer?pi?e i miei occhi saranno allineati con i suoi, io sar?lei stessa, Xoxopanxoco.
Poich?sto correndo dietro a mio fratello come una posseduta, ogni altro interesse degli stregoni non ?nulla per me ora. La sua lotta ?l’unica cosa che conosco, nulla importa pi?cos?posso dirvi il nome dello sfidante della morte e cosa significa. Significa frutto dell’eterna primavera.
L’anello finale di questa infinita catena di possibilit? ?che Xoxopanxoco –non conosco il nome maschile dello sfidante della morte, ottenne un risultato aggiuntivo. Disse che era rimasta viva per migliaia di anni non perch?era avida di vita ma perch?amava la vita e il genere umano. Il suo unico sogno, che non aveva nulla a che fare con la sopravvivenza, era di aiutare il genere umano a raggiungere un livello di ragione e di intelligenza che non abbiamo. Disse che siamo ritualistici e ripetitivi e abbiamo deliri di grandezza che non hanno giustificazione alcuna. Noi siamo un casino.
Disse che evocare il suo nome a Tula l’avrebbe svegliata. E che avrebbero potuto esserci alcuni esseri tanto arditi da evocare il suo nome in mia presenza. Invocando il suo nome in mia presenza che ?la sua presenza, il loro dialogo interno si sarebbe interrotto ed avrebbero potuto persino dare un’occhiata agli innumerevoli sogni che furono intessuti in questo magnifico luogo, ora occupato da questa assurda e squallida cittadina.
Mi disse di dire cos?
Can a nicuicanitl huiya
Xochitl in noyollo ya
nicmana nocuic a ohuaya ohuaya
o xoxpanxoco o xoxopanxoco